
12 Apr Attilio

Riomaggiore
“In paese, ci chiamano ‘il Senato’, ma io preferisco quelli che dicono ‘i Saggi’. Sono in pensione dal ‘95, ho 74 anni.
Una volta ci sedevamo sotto i portici, qui alla Marina. Poi ci hanno sfrattato sempre più in su, per aprire i bar. Fra un po’ ci faranno dei pontoni in mare, se continuano così.
Tutto quello che abbiamo imparato sulla vita lo dobbiamo ai vecchi: ci parlavano dei terreni, della pesca.
Ora, la notte non si dorme più, con tutto sto ciacolare.
Facevo il pescatore.
Per 15-20 anni ci ho sfamato la famiglia. Poi hanno aperto il Parco e non si poteva più.
Pescavamo saraghi, orate, pesce bianco.
Ho navigato a lungo, sempre su navi passeggeri, servivo come cameriere, ma sempre in prima classe, eh! Un giorno, durante la crociera ho servito questa Portoricana… oh io te lo dico, di belle donne ne avevo viste, ma così… uno spettacolo!
Ci siamo conosciuti, l’ho invitata a venire a vedere dove sarebbe venuta a vivere. Si è fermata un mese, si è trovata bene, e allora ci siamo sposati a Portorico. Mi ha fatto da testimone il maître di un hotel di lì. Era di Monterosso.
Imbarcavo anche per 19 mesi. Ero giovane, avevo voglia di viaggiare. Ma quando lei si è trasferita ho smesso. Sarebbe stato un controsenso: lei era venuta qui per me, mica potevo andare via.
Era il ‘72, dal ‘79 al ‘95 poi sono stato alla Fincantieri del Muggiano come marinaio.
Ho quattro figli, tutti sistemati, abitano tra Moneglia e San Terenzo. Le gemelle hanno una voce stupenda, lavorano anche in teatro. Ma i miei figli non vengono più volentieri, c’è troppa gente, a volte mi fanno la spesa ma per portarmela in macchina devono spendere sei euro d’ingresso in paese ogni volta. Ho sette nipotini. Non ho giorni preferiti, i giorni sono tutti belli, specie quando si esce in mare. Quando sono a terra, mi trovi spesso qui. Se non ci sono, o sono a litigare con mia moglie, o a pitturare a olio. Li hai mai visti i modellini che faccio a mano?
Mi hanno tagliato la casa nel ‘97, per i lavori della piazza. Come in che senso? Tagliata. Il tetto, via, Raus. Dovevano livellare tutto e quella punta gli tornava male. Avevo la vista più bella di tutta Riomaggiore! Ora per vedere il mare mi viene il torcicollo.
Ma non è stato quello il giorno più brutto.
Una mattina, ero fuori, e mi ha fatto cortocircuito la televisione di casa. Mi ha preso fuoco tutto, mobili, vestiti...
e il fumo, un fumo nero ovunque, non andava più via. Era l’84, lo ricordo come fosse oggi. Sono venuti i Vigili del fuoco, dovevano fare il rapporto per recuperare i soldi con l’assicurazione, io mi sono fidato, invece non hanno fatto niente, non c’è stato modo di beccare una lira. Sono ripartito daccapo, da zero, Raus!
Un giorno una signora americana ha perso la catenina con la foto di sua madre qui fuori. È venuta al molo e ha chiesto se qualcuno era disponibile ad andare a prenderla. Sono uscito io, era a 30 metri sotto, come? Seah, bombole… l’ho recuperata solo col fiato di questi polmoni. Mi diede una mancia che me la ricordo anche ora.
Sarà anche per cose come queste, che ci chiamano i Saggi”.