Questo progetto è il frutto di una raccolta di testimonianze iniziata nel 2019, in presa diretta dalle persone che animano quel territorio unico al mondo che sono le Cinque Terre.
Storie normali, selezionate dal Caso – il miglior romanziere del mondo -, storie incredibilmente attuali e sconvolgentemente anacronistiche, frammenti di vita in cui ognuno può riconoscere almeno una parte di sé.
Storie umane, degli umani che hanno scelto o si sono trovati a vivere, camminare, mangiare, lavorare, amarsi in uno degli angoli più geograficamente conosciuti e antropologicamente ignorati del Pianeta Terra.
In questo sito trovate 25 delle 50 (più una) storie che completano il progetto: le altre 25 sono nel libro al centro della nostra campagna di raccolta fondi su Kickstarter, che contribuisce alla salvaguardia delle tradizioni orali di questo meraviglioso pezzo di mondo.
Lo stesso che è stato scelto da Pixar per il suo prossimo film-cult, “Luca“: ecco, noi vi spieghiamo cosa c’è dietro quel cartone, l’umanità che vive davvero in questo posto da sogno, e qui lavora, cucina, immagina, ama.
Prima di addentrarmi nei carugi e nei vicoli di Riomaggiore e Monterosso, prima di salire a San Bernardino da Corniglia, prima di percorrere i sentieri e i sottopassi che collegano Vernazza a Monterosso, ero convinto che questo sarebbe stato un progetto sul mare.
Mi immaginavo una copertina erosa dal salmastro, in cui ogni storia trasudasse salsedine.
Invece, a posteriori, mi rendo conto che è soprattutto un progetto sulla terra. Che ci sono persone che vivono qui e per cui il mare è un incantevole sfondo, di cui però possono fare a meno: sono i “cian”, le piane terrazzate, a costituire l’elemento di equilibrio tra il terzo paesaggio caro a Gilles Clément e quello ordinato e fortemente antropizzato, che rende questo territorio unico in tutto il mondo. E che ha forgiato i suoi abitanti, così schietti, orgogliosi, inospitali – in una parola, autentici -: un patrimonio immateriale che va ben oltre le immagini da cartolina con le case dei pescatori colorate.
Filippo Lubrano
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